I costi economici della guerra: mercati ed economia reale
L’invasione della Russia sull’Ucraina ha segnato l’inizio di un periodo controverso nel sistema geo-politico europeo e ha influito anche molto intensamente sull’economia generale. Nell’ultima settimana, le Borse europee sono salite di più rispetto a Wall Street ma l’andamento, tuttavia, è sempre condizionato dagli sviluppi futuri del conflitto e la volatilità al momento rimane. Anche le trattative per il cessate il fuoco influiscono, anche se ultimamente sono meno considerate dato l’esito negativo. È certo che più dureranno le ostilità, maggiore sarà il danno per il tessuto economico di Ucraina in primis, ma anche Russia e molti altri paesi interconnessi economicamente.
Per determinare il costo dei conflitti in un paese è necessario tenere in considerazione diversi fattori e indicatori: alcuni, per esempio, sono la spesa militare - più precisamente il suo incremento dall’inizio della guerra - i morti, le spese di supporto sociale e ovviamente le perdite economiche dovute al conflitto. Nel 2021 gli analisti hanno stimato delle perdite totali ed un impatto economico globale pari a $14.960 miliardi, che corrispondo al 17,6% del PIL mondiale e quasi 8 volte quello dell’Italia che corrisponde a $1.888 miliardi. In Italia ha avuto un effetto immediato, ovvero la salita dei prezzi in particolari di gas e materie prime che automaticamente rende la produzione molto più costosa per tutte le PMI e le grandi imprese.
Un terreno fertile per le Start Up
È in questo contesto che le Start Up possono trovare una grande opportunità: dalla fuga di aziende sia dalla Russia che dall’Ucraina, ma soprattutto dalla nascita di nuove esigenze e servizi esse possono trovare margini di crescita grazie alla loro maggiore flessibilità e la capacità di soddisfare servizi specifici che richiedono grande attenzione alle esigenze del cliente e quindi un enorme lavoro attorno ad un singolo prodotto.
Ucraina come nuovo Israele: “the Start Up Nation”
Zelensky ha detto che il suo Paese diventerà "una grande Israele". Grazie all'intelligence, alla difesa e all'apertura all'innovazione. Sono questi i tre key-points su cui il presidente dell’Ucraina punta per ripartire e rilanciare il proprio paese.
Perlomeno, il messaggio del Presidente era quello di creare un nuovo modello di economia e un nuovo tessuto socioeconomico ispirato da quello che Dan Senor e Saul Singer definivano “Startup Nation” in un loro famoso libro, riferendosi all’Israele. In questo libro essi definivano Israele un concentrato di innovazione, con oltre 6.000 startup attive e un'economia dominata dall'alta tecnologia industriale e dall'imprenditorialità, grazie al quale si è guadagnato il soprannome di "The Startup Nation".
Nell'ultimo decennio, il finanziamento delle startup per gli imprenditori israeliani è aumentato del 400%. Nel 2019 si è registrato un aumento del 30% dei finanziamenti alle startup e del 102% delle attività di M&A. Il paese stava vivendo una tendenza al rialzo dei finanziamenti da sei anni. E nel 2019, gli investitori della Bay Area hanno investito 1,4 miliardi di dollari in società israeliane.
In Ucraina lo sviluppo di sistemi di intelligence sarà, probabilmente, il booster che spingerà allo sviluppo le prossime strategie politiche ma soprattutto militari. Saranno necessari, come lo sono stati per Israele, a portare avanti una strategia di difesa grazie a servizi di intelligence sofisticati, che possono permette di anticipare i conflitti e le mosse nemiche, tenendo il paese in sicurezza nonostante la piccola dimensione e popolazione rispetto alla grande Russia.
Insieme all’intelligence, potrebbe svilupparsi l’industria tecnologica. Sotto questo profilo, l’Ucraina condivide con Israele un elevato livello di istruzione e know how in ambito tecnico-scientifico.
Apertura all’innovazione: una condizione indispensabile
L’ecosistema delle startup e dell’innovazione è cresciuto in Israele anche grazie a una cultura aperta al cambiamento e all’avanzamento tecnologico. Gli investimenti militari e una mentalità orientata all’efficienza, necessaria per qualunque guerra, potrebbero rappresentare lo stesso motore di innovazione per l’Ucraina, che già può contare su quattro unicorni – GitLab, Bitfury, People.ai e Grammarly.
Alcuni esempi di Start Up
Dopo l’inizio del conflitto alcune Start Up hanno visto una crescita formidabile nel loro utilizzo e nel loro sviluppo. Arweave è la prima di tante ed è strettamente legata al conflitto ma in realtà può essere applicata in molti ambiti aziendali anche nella normalità. Arweave ha creato una piattaforma basata su Blockchain che registra tutta la guerra Russo-Ucraina e immagazzina enormi quantità di dati, venendo addirittura definita “Arca di Noè dei dati”. Questa Start Up risulta ancora più importante nella guerra odierna, diversa anni luce da quella di 100 anni fa, e che si basa soprattutto sulla centralità dei dati di intelligence.
Pensieri Finali
Se è vero che bisogna sempre cercare di trovare qualcosa di positivo anche in una cosa apparentemente totalmente negativa, è anche vero che non deve essere una guerra a fare da propulsore per l’innovazione e per la creazione di nuove Start Up. Se si vuole creare un eco sistema favorevole all’avanzamento tecnologico di piccole Start Up bisogna creare agevolazione di tipo fiscale per chi intraprendere questa strada, facilitazioni burocratiche e legali per incentivare l’avviamento e sgravi di costi.
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