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NFTs e Wash Trading: opportunità e incognite



Investire nel digitale: il trend degli NFT

Negli ultimi mesi nel mondo digitale sono sempre di più gli investitori che acquistano o creano NFTs, un acronimo che significa “non-fungible token” - in italiano token non fungibile, o “gettone” non replicabile. Si tratta di “certificati di proprietà” su opere digitali, un tipo particolare di moneta crittografica il cui valore intrinseco rappresenta l'atto di proprietà e il certificato di autenticità scritto e validato su Blockchain di un bene unico - digitale o fisico.


Gli NFT vengono usati in applicazioni particolari che richiedono oggetti digitali unici come cripto art, oggetti da collezione digitali o giochi online, ma nonostante ciò possono rappresentare anche dei beni fisici. Il mondo dell’arte è uno dei primi campi di utilizzo di NFT, poiché grazie alle loro caratteristiche e applicazione hanno la capacità di fornire prove reali di autenticità e proprietà del bene digitale che rappresentano, che altrimenti sarebbe facilmente replicabile e illegalmente trasferibile su internet.


Nel terzo trimestre del 2021 il mercato degli NFT valeva già 10,7 miliardi di dollari con una percentuale di crescita annuale stimata dagli analisti al 38.060% rispetto al 2020, e un numero di users in crescita che si stimava a fine 2021 intorno a mezzo milione.


Wash Trading: cos’è e come si creano falsi profitti


La diffusione di questa nuova tendenza nel mondo digitale, e in un nuovo contesto ancora non regolamentato, ha portato con sé anche delle nuove insidie e operazioni che nascondono delle pratiche illegali. Il Wash Trading è uno di questi fenomeni che hanno acquistato particolare rilevanza e consiste nel gonfiare il valore degli NFT - già nel 2021 questa attività ha generato profitti per $8,9 milioni - attraverso delle operazioni di compra vendita effettuate da uno stesso user. L’operazione si verifica quando il proprietario di un wallet vende un NFT che possiede ad un altro wallet che lui stesso controlla. In questo modo egli può decidere a quanto rivendere quel determinato bene digitale, aumentandone il prezzo e dando una percezione del valore dell’ NFT sensibilmente maggiore agli altri utenti interessati.


Lo scopo ovviamente è quello di manipolare le vendite aumentandone il prezzo, in modo da ottenere maggiori guadagni. Chainanalysis una società specializzata nell’analisi di operazioni blockchain, ha rilevato 262 wallet che hanno venduto NFT ad un altro wallet autofinanziato. È importante sottolineare che più della metà dei trader hanno contratto delle perdite iniziali per un totale di 417 mila dollari a causa delle cosiddette “gas fee”, ovvero le commissioni applicate ad ogni transazione. Tuttavia una volta superata questa barriera, ovvero quando le cifre trasferite sono molto alte, i profitti possono essere molto milionari.


In questo contesto trovano terreno fertile tutte le organizzazioni criminali, che negli NFT vedono una grande opportunità di riciclaggio. Questi “token” rendono estremamente facile ripulire il denaro sporco proveniente da attività illecite, in quanto è sufficiente che l’associazione criminale crei un NFT di proprietà e lo pubblicizzi sul mercato per poi dare inizio ad una serie di trasferimenti verso un numero elevato di crypto wallet con identità oscurate e scollegate dal proprietario originale. Seppur grazie alla Blockchain è possibile ripercorrere a ritroso tutta la catena di trasferimenti fino al proprietario originale, un’altra cosa è invece venire a conoscenza della reale identità di quest’ultimo. Inoltre, i criminali possono semplicemente acquistare opere d’arte o altri asset digitali attingendo da fondi illegali e rivenderli in seguito ottenendo un profitto. Ad oggi quindi si è consapevoli dei rischi che questa tecnologia comporta, ma tuttavia ancora non si è trovato un modo per frenarli e identificare chi degli NFT ne fa solo uno strumento illecito.


Questa pratica del wash trading ha inoltre un’altra importante conseguenza sul mercato NFT: dal momento in cui le transazioni da un wallet all’altro si continuano a moltiplicare e gonfiano il valore dei beni digitali oggetti di scambio, si crea una sorta di bolla attorno a questi beni, che può trarre in inganno molti investitori inesperti causando loro ingenti perdite.



Regolamentazione: a che punto siamo?


Il mercato NFT inoltre, ancora non è regolato da specifiche normative, ma si è cercato di inquadrarlo in alcune norme preesistenti. Si tratta del “MiCAr” - Markets in Crypto-Assets regulation. La proposta di Regolamento su mercati in crypto-asset ha degli obiettivi precisi, come chiaramente viene specificato nella scheda tecnica della nota emessa da CONSOB: “La modifica alla Direttiva (UE) 2019/1937 (“Regolamento MiCA” o “MiCAR”) è volta a disciplinare le cripto- attività che non sono già regolate da altri atti legislativi europei, nonché gli e-money token. Il Regolamento MiCA si propone l’obiettivo di fornire certezza legale, supportare l’innovazione, proteggere i consumatori e l’integrità̀ del mercato, garantire la stabilità finanziaria e mitigare i rischi all’efficace trasmissione della politica monetaria e alla sovranità monetaria”.


Tuttavia ancora non sono presenti regolamenti, normative specifiche e standard univoci che delineano delle linee guida generali per un funzionamento universale di questo mercato. Non sono ancora definiti dei limiti e nemmeno delle infrastrutture adeguate; anche la sicurezza e le relative responsabilità in caso di violazioni è un quesito tutt’ora irrisolto che può contribuire ad aumentare la sfiducia degli investitori verso questi tipi di investimento.


Le possibilità tecniche che la Blockchain ha portato possono aprire nuove prospettive di investimento finora mai sperimentate ma è chiaro che questo progresso deve continuare in parallelo ad una adeguata regolamentazione giuridica come per tutte le discipline, e ciò potrebbe anche creare una spirale di fiducia verso questo mercato in espansione che può attrarre ulteriori ingenti capitali. Le attuali lacune, infatti, rischiano di costituire un vero e proprio ostacolo e una minaccia verso gli NFT, che renderebbero il futuro del mercato cripto ancora più volatile e difficile da prevedere.



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